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sabato, 21 dicembre 2024
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News e comunicati stampa
Trento, 10 settembre 2005
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TREMALZO, 65 MILA METRI CUBI DI TROPPO
Intervista a Roberto Bombarda consigliere provinciale dei Verdi di Stefano Ischia.
Il progetto del superalbergo a Tremalzo cullato e promosso dall´imprenditore Domenico Alcide Leali, sta incontrando un´ostilità crescente in val di Ledro. Quei 65 mila metri cubi richiesti, un volume di poco inferiore al monoblocco di Arco, sono giudicati un´enormità.
Inoltre, il Comune di Tiarno di Sopra vuole vendere all´ex patron di Air Dolomiti un pascolo secolare di 4 ettari vincolato da uso civico. Contadini e allevatori si sentono scippati e sono sul piede di guerra. Hanno presentato formale opposizione. E così altri cittadini.
Roberto Bombarda, consigliere provinciale dei Verdi, appassionato di montagna tanto da presentare un disegno di legge per l´istituzione di sei nuovi parchi naturali tra cui quello di Cadria-Tenno, sta studiando a fondo il caso Tremalzo e la prossima settimana presenterà un´interrogazione in consiglio provinciale.
Bombarda, Leali si presenta bene. Dice, faccio un progetto ambientale, riduco gli impianti di risalita, diminuisco da 2500 a 800 il numero di sciatori/giorno, valorizzo le peculiarità naturalistiche e poi piazza lì 65 mila metri cubi nuovi, fuori terra.
«Si scopre così la vera natura del progetto. Da buon imprenditore Leali ha capito che a Tremalzo non si possono fare soldi con lo sci. Di fatto ha sconfessato la vecchia società Irvat(titolare degli impianti), coprendola di ridicolo. Leali non è un benefattore ma un imprenditore che sa fare bene il suo lavoro e a Tremalzo non vuole perdere soldi. Se non guadagna con lo sci, lo farà con le speculazioni immobiliari».
Eppure le premesse del suo progetto sono dedicate all´ambiente
«Qualcosa di buono c´è: riduce la parte sciistica, nasconde la strada e interra i parcheggi. Ma alla fine il colpo di mano: 65 mila metri cubi di nuove edificazioni».
Quanto sono 65 mila metri cubi?
«Credo che il nuovo ospedale di Arco misuri 80 mila metri cubi. Un´impatto ambientale e paesaggistico enorme per la conca di Tremalzo, anche se la volumetria è distribuita su più edifici. Se la val di Ledro vuole questo, qualcosa non va. Anche perché siamo in un Sic, sito di importanza comunitaria, che è l´equivalente di una zona tutelata, come un parco».
Insomma 65 mila metri cubi e molti per residence e seconde case.
«Proprio quando in consiglio provinciale stiamo preparando una legge per bloccare il proliferare delle seconde case (il disegno di legge 125 del 26 agosto scorso a firma di Gilmozzi ndr.)».
Sospettando si fa peccato ma si indovina diceva Andreotti: non è che a Leali bastano 30 mila metri cubi ma da imprenditore scaltro ne chiede 65 mila? Per sicurezza? Per azzardo?
«A mio giudizio è esattamente così. Con 30 mila va a pareggio. Con 60 mila guadagna. Se la Provincia li ridurrà a 30, Leali avrà in ogni modo raggiunto il suo scopo. E il resto magari lo aggiungerà negli anni».
Sembra un cavallo di Troia: intanto realizzo l´avamposto e poi mi allargo.
«Una volta che si avvia un modello di questo tipo - l´esperienza di altre località trentine lo testimonia - è impossibile fermare ulteriori sviluppi. Sarà sempre facile all´imprenditore dimostrare che c´è la necessità di fare nuove opere, nuove piste, nuovi alberghi. Sì certo, è un cavallo di Troia».
E allora?
«Una volta che il Comune ha rinunciato a un bene collettivo secolare è finita. Malgrado tutte le buone dichiarazioni. Occorre ridimensionare questo progetto. È quello che chiederò in Provincia».
Prevede che tra 10 anni ci saranno altre costruzioni e impianti?
«Non lo so. So che dobbiamo esigere chiarezza adesso. A me spaventa la speculazione. Se l´operazione Leali è fallimentare, tra 10 anni una funivia la smantelli, le seconde case no. E avremo perso per sempre pascoli storici».
Contadini e allevatori sono sul piede di guerra, si toglie loro l´uso civico, di pascolo, 4 ettari a Tremalzo. In cambio di altri 5 in località Tialonga.
«È sconcertante che il Comune di Tiarno di Sopra abbia venduto a Leali, a trattativa privata, 4 ettari (con la malga di Tiarno di Sopra) gravati da uso civico. Il Comune si è giustificato dicendo che ci sono gravi ed eccezionali circostanze. Ma la motivazione non regge. E poi non c´è stata trasparenza. Il Comune aliena un bene pubblico di uso civico secolare e non fa capire alla comunità quello che sta facendo».
Torniamo un attimo a Leali. Ex patron di Air Dolomiti, partecipa a Banca intermobiliare ora in Gardaland: si muove a tutto campo. Pirata o benefattore?
«Magari è innamorato di Tremalzo e ci investe con l´obiettivo di non perderci. In ogni modo preferivo che Tremalzo rimanesse in mani ledrensi. I grandi finanzieri alla Leali si svegliano la mattina e vendono un ramo d´azienda. Lui così ha fatto con Air Dolomiti. E poi ricordiamoci Tanzi. Facevano capo a Parmalat il Des Alpes di Madonna di Campiglio e il Grand Hotel Astoria di Lavarone (Parmatour)».
Il progetto hotel-benessere per famiglie benestanti è funzionale allo sviluppo turistico della val di Ledro?
«No, è un polo autonomo e autoreferenziale».
Sul versante sci lei è convinto che sia meglio non fare nulla a Tremalzo? Opzione zero?
«No assolutamente. Manteniamo tutto: pista da sci, da fondo, per bob e albergo. Entro certi limiti». |
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